L’ecografia muscoloscheletrica è una metodica di indagine non invasiva e ambulatoriale per lo studio di moltissimi disordini dell’apparato locomotore. Negli ultimi 20 anni è stata oggetto di enorme attenzione ed ha subito una crescita molto importante, conquistando il ruolo di indagine strumentale di primo livello in Reumatologia.
L’ecografia consente, attraverso le finestre acustiche, una corretta visualizzazione delle strutture anatomiche quali i tendini, le capsule articolari, la membrana sinoviale, la cartilagine, i legamenti superficiali, le borse e, limitatamente alla corticale, l’osso articolare.È così possibile diagnosticare tendiniti, sinoviti, versamenti, alterazioni cartilaginee, artrosi, lesioni muscolari e molte altre alterazioni di comune riscontro nella pratica clinica.
Con l’aiuto del Doppler è poi possibile definire se una infiammazione (tipo sinovite o tenosinovite) è attiva o spenta e questo è fondamentale per la gestione delle patologie reumatologiche infiammatorie (come le artriti) e non.
Spesso l’ecografia viene definita una metodica “operatore dipendente” e quindi poco affidabile. L’operatore dipendenza è sicuramente una caratteristica di questa metodica, ma anche altre tecniche molto bene conosciute e più costose come la RM ne sono “affette”.
L’operatore dipendenza dell’ecografia diminuisce in maniera vertiginosa quando eseguita da personale esperto e con formazione di alto livello; in tal caso l’ecografia è una metodica che oltre ad essere estremamente accurata risulta anche molto affidabile e riproducibile.
Infine, l’ecografia può, e in molti casi deve, essere utilizzata come guida per effettuare procedura interventistiche, come le infiltrazioni intraarticolari, intrabursali o peritendinee di sostanze medicamentose.
Ciò consente di creare meno dolore e discomfort al paziente, di evitare di pungere strutture nobili come vasi e nervi e di depositare la sostanza esattamente nella sede desiderata